Riserva Naturale Basso Merse

Dal punto di vista faunistico l’area riveste notevole importanza per la presenza della lontra (Lutra lutra), anche se mancano segnalazioni per gli ultimi anni. Consistenti anche le presenze del capriolo (Capreolus capreolus, che qui costituisce una delle ultime popolazioni autoctone italiane; la presenza del daino (Dama dama) è invece dovuta alla sua fuga da recinti di allevamento. Di notevole interesse anche la presenza della martora (Martes martes), della puzzola (Mustela putorius) e del gatto selvatico (Felis silvestris).
L’elevata naturalità permette la presenza di numerosi rapaci diurni tra cui il lodolaio (Falco subbuteo), il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), lo sparviero (Accipiter nisus), il biancone (Circaetus gallicus) e la poiana (Buteo buteo. Vi nidificano inoltre, tra le altre specie, il succiacapre (Caprimulgus europaeus), l’averla piccola (Lanius collurio e la tottavilla (Lullula arborea); nei torrenti è presente inoltre il martin pescatore (Alcedo atthis).
Da segnalare infine la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), anfibio endemico dell’Italia peninsulare, e il rospo smeraldino (Bufotes balearicus), oltre a numerose specie di invertebrati rare e localizzate.
Ricca anche la fauna ittica autoctona con specie rare o in diminuzione quali il vairone, la rovella ed il ghiozzo di ruscello.

 

All’interno del SIR, tra i crostacei si segnala la presenza del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), tra gli uccelli il biancone (Circaetus gallicus) è nidificante e ben rappresentato. Tra i mammiferi del SIR, il gatto selvatico (Felis silvestris) e la lontra (Lutra lutra), probabilmente estinta nel corso degli anni novanta. Il SIR è un’area potenzialmente molto idonea per il lupo (Canis lupus). Ittiofauna in buono stato di conservazione, comprendente specie di interesse regionale e comunitario.

La vegetazione boschiva, prevalente nell’area, è occasionalmente interrotta da coltivi, molti dei quali abbandonati (l’intera area è pressoché disabitata, compreso il nucleo principale di Vallerano). I boschi, ben conservati e stabili, sono per lo più caratterizzati da sclerofille sempreverdi mediterranee (con Quercus ilex e Viburnum tinus) che, nella stazioni più fresche, sono frammiste a caducifoglie quali il cerro (Quercus cerris, la roverella (Quercus pubescens), l’orniello (Fraxinus ornus) e il carpino nero (Ostrya carpinifolia).
Nelle situazioni più degradate prevalgono formazioni di macchia bassa con eriche (Erica spp.) e corbezzolo (Arbutus unedo), oppure radure con vegetazione erbacea o basso arbustiva; lungo i corsi d’acqua si rinvengono associazioni igrofile con pioppi (Populus spp.) e salici (Salix spp.). Di particolare interesse sono le garighe sviluppatesi sugli affioramenti ofiolitici, che ospitano un popolamento floristico di grande interesse, con specie esclusive delle serpentine tosco-liguri quali Alyssum bertolonii, Centaurea aplolepa, Stachys recta var. serpentinii, Thymus striatus var. ophioliticus, Euphorbia nicaeensis subsp. prostrata. Di particolare interesse è anche la presenza dell’endemica tosco-emiliana Stipa etrusca. Sono presenti inoltre estese piantagioni di conifere, cipressi e cedri, in gran parte destinati ad essere sostituiti dalla vegetazione autoctona.