Chiesa di San Giacomo Apostolo

Sorse nel XIII secolo, ed è composta da un’ampia navata tardo romanica conclusa da una parete rettilinea nella quale è ricavata una piccola abside semicircolare.

Addossato alla chiesa, sul lato sinistro, è un piccolo ambiente, comunicante con l’edificio sacro per mezzo di un cunicolo, ove visse nella seconda metà del Duecento il beato Giacomo Papocchi. Sul suo altare è collocato una tela, datata 1618, con Cristo che comunica il beato Giacomo nella sua cella penitenziale.

Giacomo Papocchi, “onorificentia populi nostri”, come definito in antiche iscrizioni, nacque a Montieri, in provincia di Grosseto, nel 1213. In età giovanile prestò la sua opera nelle argentiere locali proprietà dei vescovi volterrani. Fu accusato di furto di argento lavorato nelle locali fonderie; secondo la giustizia dell’epoca, allora amministrata dai senesi, subentrati al Vescovo nella amministrazione locale, argentiere comprese, fu condannato all’atroce pena della mutilazione della mano destra, nonché del piede sinistro, trovandosi così ridotto all’inabilità.

 

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Egli chiese al vescovo diocesano l’autorizzazione a farsi “immurare”, cioè a vivere in rigorosa clausura, in una piccola cella adiacente la chiesa di San Giacomo Apostolo, sotto la giurisdizione religiosa dei monaci dell’antica abbazia di San Galgano.

Sottoposto a prove diaboliche, raggiunse tuttavia vette di alto misticismo; visioni e miracoli costellarono la sua vita, tanto che il suo culto è pervenuto ininterrotto fino ai giorni nostri.

Morì ricco di meriti, veneratissimo dal suo popolo, il 28 dicembre del 1289.

 

 

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